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Il mondo del basket piange la scomparsa di Ciro Melillo

Ciro Melillo

Il mondo della pallacanestro irpino piange la scomparsa di Ciro Melillo. L’ex patron della Scandone Avellino si è spento nelle scorse ore all’ospedale “Moscati” di Avellino all’età di 85 anni. Una figura storica per il mondo della palla a spicchi irpina.  La Società Sportiva Felice Scandone fu fondata il 1º luglio del 1948 dal prof. Troncone, il quale la chiamò inizialmente Forza e Coraggio. La società riuniva i giovani praticanti avellinesi della palla a spicchi. Come campo di gioco veniva utilizzata la palestra e il campo all’aperto dell’Istituto Tecnico Commerciale sito nella centrale Via de Concilii di Avellino. Nel 1950 la squadra venne affiliata alla Libertas Avellino, un’altra società irpina. L’anno successivo il team venne affidato dal CONI al prof. Fausto Grimaldi, che decise di assegnare alla società il nome di Felice Scandone, giornalista napoletano di origini irpine morto in guerra nel 1940.

Nel 1966 arriva la fusione con un’altra formazione avellinese, il CSI-Cestistica Irpina, legata al nome di uno degli avellinesi che più si è speso per la pallacanestro, Ciro Melillo. Nel 1973-74, dopo una complessa querelle sportivo-giuridica, la Scandone viene ammessa al campionato di serie B. La stagione si chiude con la retrocessione, dando inizio ad una lenta discesa verso le serie minori, fino al torneo di prima divisione nel 1978. Negli anni novanta, Melillo torna alla Scandone nel ruolo di segretario,  e con lui Mimmo Bellizzi in qualità di team manager. Tre mesi fa l’ultima intervista a SportChannel 214.

IL CORDOGLIO DELLA SCANDONE. “Il Presidente dell’ASD Felice Scandone Marco Trasente, i dirigenti, la squadra e  l’intero staff tecnico esprimono, commossi, il proprio cordoglio per la scomparsa dell’ex presidente della Scandone Avellino ed ex consigliere della nazionale della FIP, Ciro Melillo spentosi nella notte all’ospedale Moscati. In un giorno triste per tutti i tifosi della palla a spicchi avellinese, Ciro Melillo lascia un ricordo indelebile di una persona seria e competente che ha guidato prima il sodalizio biancoverde, poi la federazione irpina con grande abnegazione e senso del dovere, si ricorda le volte che con grande tenacia e caparbietà si è battuto per le sorti della Scandone, soprattutto nei momenti più difficili del suo luminoso corso. Alla moglie Alma e ai figli Anna, Attilio e Mauro vanno le più sentite condoglianze da
parte dell’intero sodalizio avellinese”

 

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